Le racconto brevemente di me. La linea arbitraria di inizio di questa storia la tracciamo nel 2008. Avevo 15 anni.

A 15 anni, in una vacanza con amici, in una lunga notte che non dimenticherò mai, mi colse un attacco di panico devastante. Restai completemente depersonalizzato e derealizzato per 4 ore.
La depersonalizzazione e la derealizzazione sono sintomi dissociativi, per i quali non si riconosce più se stesso, il proprio corpo e/o la realtà. E’ una sensazione difficile da descrivere, di alienazione totale, in cui le cose e le persone perdono il loro senso abituale e tutto diventa assurdo. Si può arrivare a non capire perchè le persone abbiano le facce, o cosa siano le parole.
L’emotività prende il sopravvento e ogni cosa è invasa da questo fiume di pura sensazione, senza che il pensiero che possa “comprenderlo” o “gestirlo”.
Può essere sia piacevole sia infernale. In quel caso, fu infernale.
Ebbi addirittura delle convulsioni motorie e delle piccole allucinazioni uditive e visive. I miei amici dell’epoca sicuramente non aiutarono, perché la cosa passò per essere una cosa comica mentre in realtà fu l’esperienza peggiore della mia vita. Tra le altre cose, ricordo di avere scambiato le ossa del viso per un teschio.
Il terrore puro.
Furono, allo stesso tempo, le ore più vere della mia vita.
Tornai a casa, raccontai tutto ai miei, ma il panico non passava. Anzi, peggiorò. Incominciai a soffrire di attacchi di panico ricorrenti; il resto del tempo lo passavo con la paura che gli attacchi di panico mi tornassero. Era un vero e proprio disturbo da panico.
Gli attacchi erano devastanti. Non riconoscevo più me stesso o la realtà in cui ero, e sperimentavo una paura disorganizzante. Ero convinto di vivere in un universo parallelo.
Dopo un po’, i miei genitori decisero di portarmi da uno Psicologo.
Durante una delle prime sedute, sentii qualcosa di peculiare, bello.
Una sensazione unica, profonda, di verità dirompente, piena di amore e “al di là del bene e del male”. Mi sembrò di stare sedendomi nell’unico posto nella contemporaneità dove la verità si dispiegava, al di là del costume e dei moralismi.
Al di là delle amplificazioni dovute al noto fenomeno del transfert verso il terapeuta, in quegli attimi succese qualcosa di veramente importante dentro di me. Capii cosa volevo fare nella vita.
Mi dissi: “Questa è una figata e io voglio farlo come lavoro”.
Insomma, ho deciso dentro di me che avrei fatto lo Psicologo a 15 anni. Non ho mai cambiato idea da allora.

Venne poi fuori (ma solo molti anni dopo, in un secondo percorso terapeutico) che gli attacchi di panico non erano stati che la spia di problemi molto profondi, strutturali.
Problemi evidenti in svariate classi di sintomi, che si erano già presentati prima degli attacchi di panico e che sarebbero continuati per molto tempo anche dopo.
E questo perchè la dovrebbe interessare?
Il senso profondo é che conosco quello di cui parlo, non solo scientificamente/oggettivamente, ma anche sulla mia stessa pelle.
Questo ha un valore profondo secondo me.
La sofferenza accolta, pazientemente digerita, maledetta e poi accolta di nuovo (come spero di aver fatto in quasi 10 anni di terapia personale, che continua tutt’ora) può insegnare tantissime cose sulla vita.
Porta in posti strani della coscienza, che fanno vedere il quotidiano sotto altre lenti, ed intravedere (ed accogliere) la bellezza e la potenza della trasformazione delle coscienze.

Tuttavia, bisogna stare attenti a non romanticizzare la sofferenza!
La sofferenza non riconosciuta e trattata adeguatamente è solo…sofferenza.
Se no non farei questo lavoro 🙂
In sintesi: una persona che ho conosciuto tempo fa, con cui ho condiviso delle esperienze molto paurose ma anche belle, ha concettualizzato questa “abilità” come “l’occhio dell’oltre“.
Penso che un buono Psicologo questo occhio dell’oltre debba averlo, e che sia un po’ come la dolorosa vocazione di cui parlavano certi sacerdoti, o sciamani.
Ma se queste fricchettonate la perplimono un pochino, niente paura.
Può approfondire le mie competenze accademiche o le tecniche che utilizzo. Se è particolarmente in vena di stimoli intellettuali, consiglio anche la pagina sulla mia teoria di riferimento.
Se invece è interessato/a a quale senso profondo ha la professione di psicologo per me, consiglio questa pagina.